Ci si può domandare se a Nemi si parla un dialetto. In fondo è un piccolo paese che è rimasto per lungo tempo isolato pur trovandosi soltanto a 30 km a sud di Roma. Nemi è situato sul promontorio di un vulcano antico e sovrasta il lago di Nemi. La sua torre e le sue mura furono costruite nel IX secolo e per tanti secoli i suoi abitanti sono rimasti prevalentemente dei contadini.
Se i nemorensi o più semplicemente nemesi parlano un dialetto, quali sono le sue caratteristiche? E, visto che a Nemi risultano meno di 2000 residenti, usano forse un lessico particolare? Forse ci si trovano ancora parole che emanano dal latino o è piuttosto l’italiano regionale che ha influenzato la parlata?
Per poter trovare una risposta a queste domande sono stati intervistati alcuni abitanti di Nemi ed è stata fatta un’analisi contrastiva tra la parlata nemorense, l’italiano standard e altri dialetti limitrofi.
Il progetto nazionale LinCi1, un’abbreviazione per La lingua delle città, è stata la linea guida per svolgere questa breve indagine. È stato fatto un questionario di ventotto domande formate non solo da parole, ma anche da frasi brevi e costrutti grammaticali conformi al questionario della LinCi. Queste sono state presentate ad un gruppo selezionato di nemesi e le interviste sono state audio registrate. Dopodiché le risposte audio registrate sono state confrontate con diversi vocabolari:
il vocabolarietto del dialetto di Nemi Un dialetto, un popolo (Marianecci s.d.), il Romanisches Etymologisches Wörterbuch (REW), il vocabolario del dialetto di Marino nel libro Origine della lingua italiana Dal attuale dialetto del volgo laziale Al dialetto del popolo romano del XIII secolo (Torquati 1886) e Il dialetto di Velletri e dei paesi finitimi in «Studj Romanzi», (Crocioni 1907), inoltre sono stati consultati il Profilo linguistico dei dialetti italiani (Loporcaro 2009), e la presentazione Il lessico alimentare a Nemi, tra derivazioni latine e sviluppi autonomi (Middei 2011).